Francesco Solimena

San Tommaso d’Aquino

Cella di San Tommaso d’Aquino - Basilica di San Domenico Maggiore, Napoli

olio su tela - 76 x 63 cm

1+generale+prima.jpg

il restauro…

Il dipinto è conservato nella Cella dell’omonimo Santo, nella Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli e sino ad oggi non era mai stato restaurato! Originale è pertanto il telaio ligneo a cui è ancorato ed intatte sia la tela che la pellicola pittorica. Il tempo vi ha lasciato le sue tracce, un forte ingiallimento della vernice protettiva, l’inaridimento degli strati, la deformazioni della preparazione, in forma di piccole ma vistose scodellature, specie in corrispondenza delle campiture brune i cui pigmenti essendo di natura più magra sono più sensibili agli scambi di temperatura e di umidità con l’ambiente circostante.

Il restauro è cominciato dalla pulitura, prima a secco e poi con solventi, selezionati per l’occasione e gelificati perché svolgessero un’azione più delicata e lenta.

A questa fase è seguita la velinatura protettiva della pellicola pittorica e lo smontaggio dal telaio ligneo, onde poter trattare l’opera con i consolidanti appropriati, umidificarla e finalmente abbassarne i sollevamenti a conchiglia così vistosi e disturbanti. Quest’ultima operazione si è svolta con l’ausilio di un tavolo a bassa pressione, ma anche manualmente, avvalendosi di una pietra d’agata, per ripristinare il più possibile l’originale planarità.

Con piccoli tamponcini la pellicola pittorica è stata poi liberata della velina protettiva e la pulitura completata.

Per poter riancorare il dipinto al telaio ligneo originale, anch’esso restaurato, consolidato e disinfestato dall’inevitabile attacco dei tarli, abbiamo applicato lungo tutto il perimetro, delle fasce d’estensione, destinate a restare invisibili, ma utili in futuro qualora l’opera avesse bisogno di un intervento manutentivo.

191 finale.JPG

Come in ogni restauro, la fase conclusiva è stata quella estetica, pittorico-ricostruttiva.

In questo caso gli unici danni presenti sulla pellicola pittorica erano quelli causati dalle deiezioni degli insetti, piccolissimi ma corrosivi.

Minimi delicati tocchi di colore sono bastati a ridare luminosità all’insieme e la verniciatura finale, eseguita sia a pennello che a spruzzo, ha completato il tutto.